Ci sono momenti nei quali, in una maniera del tutto inspiegabile ed incomprensibile, l’atto di sfogliare il giornale o di scorrere le notizie lungo una pagina web assume le tinte acide di una frivolezza imperdonabile.
Assurdo; sarebbe davvero assurdo, in via del tutto teorica, perché suonerebbe come l’esatta inversione di quanto ci è sempre stato insegnato. Una ribellione immotivata.
Necessità di tenersi informati, curiosità da nutrire e coltivare affinché cresca ogni giorno di più, capacità di essere migliori conoscendo il mondo, anche passando per la carta stampata, quotidianamente stampata.
Se lo fai, se almeno provi a farlo, segui la strada giusta, riconosci le tue priorità, migliori il mondo rendendoti un cittadino consapevole e capace. Utile, fuori da ogni retorica.
E quante notizie ci sarebbero, poi, da leggere: la cronaca (il più delle volte nera, o almeno di un grigio molto scuro), la politica (fonte inesauribile di sfumature continue, di cavilli impalpabili, di illusioni grandiose e di promesse mancate: un’epica moderna privata, però, di una fondazione etica). Non dimentichiamo poi la famosa terza pagina, la cultura, ricca di eventi, spettacoli, libri in uscita, programmazione tv. Ogni tanto qualche nuova scoperta scientifica e ogni giorno un nuovo dispositivo super tecnologico, “high tech”, a semplificare le nostre vite.
Alla fine, poi, un posto sicuro se l’è guadagnato anche la chiacchiera disimpegnata, il racconto dell’inciucio, la curiosità voyeuristica di spiare nella vita degli altri, necessariamente famosi certo: il gossip imperante che guadagna spazio, inchiostro e visibilità.
Niente da dire.
Come ogni mattina, niente da dire.
Perché se si celebra la curiosità, la libertà, non si può certo biasimare la molteplicità, l’arricchimento, l’idea che ogni lettore possa trovare qualcosa di interessante, qualcosa per lui.
L’ambizione più lodevole della democrazia.
E’ la dinamica, però, che non convince.
Perché poi capita di notare, infondo infondo alla pagina, una serie di foto, l’una accanto all’altra, per arricchire ancora di più la nostra mente di altre notizie, una sorta di piccoli doni per chi ha il coraggio e la voglia di arrivare fino in fondo. Beh, proprio laggiù, accanto ai calciatori riprodotti al museo delle cere e all’attore che smentisce la propria omosessualità baciando la moglie in pubblico (che poi c’è da chiedersi in questo caso dov’è la notizia e dove sarebbe la smentita) è davvero stridente trovare la foto di un signore sommerso dall’acqua che tiene stretto un ombrello:
“Bangladesh, un centinaio di morti per piogge torrenziali.”
Quel che è peggio?
Un’organizzazione grafica di questo tipo lascia a te, lettore, l’imbarazzo per aver temporeggiato sulla nuova fidanzata del calciatore o dell’attore, sugli eventi di costume e sulle curiosità; imbarazzato perché eri davvero sicuro di aver letto tutta la cronaca nella prima parte della pagina; imbarazzato, soprattutto, perché infondo lo sai bene anche tu che morire in Bangladesh, perché ha piovuto troppo non diventa quasi mai una notizia, rimane semplicemente un’informazione, destinata a perdersi tra le altre.
Tante altre.
Sempre se hai la voglia e il coraggio di arrivare infondo alla pagina però.
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