"La gente a tutto è disposta a rinunciare, fuorchè ai propri errori."

(Indro Montanelli)







martedì 12 giugno 2012

OGGI, UN BAMBINO

Riapro il giornale, errore banale.

Apro il giornale, scorro nel web, politica, cronaca, crisi economica.
Ieri la Grecia che sta per cadere, oggi le banche spagnole da salvare.
Da noi la presunta lotta tra il tecnico ed il politico, l’eterno conflitto tra l’esperto serioso ed l’incapace simpaticone. Ammesso esista davvero un’alternativa.

Salto la cronaca.
Gli omicidi passionali mi hanno “mediaticamente” stancato, la violenza sulle donne che continua e cresce, gli uomini infelici, depressi, tutto in un ritmo perpetuo: prima l’ipotesi ciarlatana, la supposta spiegazione professionale e, infine, la condanna emotiva che ci dovrebbe riunire tutti in un forte abbraccio.
Sarà per questo che preferisco una certa distanza, una sana distanza.

Cosa c’è di nuovo oggi?

Unicef: 215 milioni di bambini coinvolti nel lavoro minorile in tutto il mondo. Più della metà svolge “attività a rischio” come schiavitù e sfruttamento sessuale.

Siria: Onu”Mai vista tanta brutalità. I bambini vengono torturati, mutilati e uccisi. Poi i soldati li mettono sui carri armati.”

Silenzio.
Perché se solo hai mantenuto un contatto, un piccolissimo canale di comunicazione con il tuo io bambino, con quello che sei stato, non puoi non rimanere in silenzio.
Il punto non è vedere i bambini intorno, sorridere loro e pensare a quanto sono carini, giocherelloni e spensierati; il punto non è neppure, per quanto efficace probabilmente potrebbe essere, avere dei figli propri ed immaginare per loro qualcosa in meno di un’eterna e smisurata felicità.
(Chiedo scusa qui per l’evidente luogo comune, utilizzato soprattutto per enfasi, piuttosto che per profonda convinzione)

Ad ogni modo non credo sia questo il punto, non credo sia questo il punto di vista dal quale guardare a questa realtà.
I bambini non hanno la loro essenza nella bellezza del guardarli, nella tenerezza delle loro parole, nell’illusione delle loro piccole anime.

L’innocenza, simbolo spesso travisato: perché l’innocenza è di chi non ha colpa, non di chi non capisce cosa sia la colpa. E i bambini, con una logica a volte molto più lucida della nostra, la capiscono bene.

Loro sono persone, persone in potenza: persone che vivono, che guardano, che capiscono. Nel colpire loro, non colpiamo chi non può comprendere, solo chi non può reagire; noi stiamo cambiando il modo in cui quelle “piccole persone” guarderanno il mondo d’ora in poi.
Lo stiamo cambiando per sempre.

“Tutti i grandi sono stati bambini una volta.
(Ma pochi di essi se ne ricordano.)”            Antoine de Saint Exupéry

Questi bambini se ne ricorderanno, e anche se fingeranno di aver dimenticato, si domanderanno per tutta la vita, nelle loro anime rotte, cosa poteva poi significare infondo essere felici.

Silenzio.

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