"La gente a tutto è disposta a rinunciare, fuorchè ai propri errori."

(Indro Montanelli)







venerdì 1 giugno 2012

CERIMONIALE

2 Giugno o non 2 Giugno? Questo è il problema…
Già perché ormai siamo talmente arrabbiati, stanchi, delusi dall’Italia che ci hanno cucita addosso e dalla quale difficilmente potremo liberarci (almeno in breve tempo), che ad andarci di mezzo è stata proprio la festa, forse, più importante di tutte. (Oggi più che mai)

Quanto c’entra veramente il terremoto in Emilia?
Quanto ne sa il terremoto della condizione del nostro paese?
[Effettivamente ha avuto un tempismo impeccabile, lui, giusto in tempo per rinfrancare una rabbia già dilagante. E per uccidere delle persone certo…ma in questi casi c’è sempre da chiedersi, con grande onestà, chi le abbia davvero uccise.]

C’entra il terremoto, se provoca, suo malgrado, un’ulteriore accisa sui carburanti.
C’entra perché per fare una celebrazione, per organizzare una parata delle più prestigiose forze armate del paese ci vogliono soldi. Gli stessi soldi del carburante.

Soldi in “tempo di crisi”.
Soldi in “tempo di terremoto”. (o in “terra di terremoti”)

Ma il valore simbolico? La necessità di ribadire e ricordare? La voglia di farlo.
La necessità di riconoscersi in qualcosa di più grande che ci unisce; la volontà di fondare un cosmopolitismo maggiormente consapevole e saldo. La possibilità di trovare un ruolo in Europa, nel mondo.

L’italiano cha ancora s’ha da fare.

Certo, se guardi da vicino (vicino al tuo estratto conto, vicino al modulo di disoccupazione, vicino a tuo figlio che non potrà godere del termine emancipazione, e vicino alle macerie della tua casa o del tuo capannone, costruiti prima e costruiti male), beh allora del valore simbolico, del messaggio di riconoscimento e coesione nazionale te ne importa ben poco.
La lungimiranza non è dote per disgraziati, ma è proprio nella disgrazia che c’è più spazio per vedere oltre, come davanti ad una “tabula rasa” l’orizzonte diventa inevitabilmente più vicino, più possibile. (Paradossale…)

Certo però, se guardi da lontano, se guardo da lontano vedo sempre la stessa cosa, lo stesso antico meccanismo: la “guerra dei poveri”. Illusi di poter scegliere, illusi di poter anche solo penetrare le ragioni profonde che muovono il mercato; illusi che l’alternativa non possa essere altro che tra l’accisa del carburante e la parata del 2 Giugno.

L’illusione crea i mostri, l’illusione di chi non può capire, l’illusione di chi ci ha detto che ci si deve rassegnare.

Sempre questione di illusione; o semplicemente di prospettive.
  

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