"La gente a tutto è disposta a rinunciare, fuorchè ai propri errori."

(Indro Montanelli)







venerdì 7 settembre 2012

UN PASSO AVANTI


Dicono che il momento in cui passi oltre sia un istante colmo di tutte le sensazioni del mondo, quasi che in un quel brevissimo momento tu abbia la possibilità di sentire tutte insieme le emozioni che ti hanno accompagnato per tutta la vita.

Paradossalmente è proprio un momento da vivere. L’ultimo in nostro possesso.
Se di possesso si può parlare sotto questo cielo, se di possesso non si possa parlare anche altrove.

Estrema esportazione del concetto troppo umano della proprietà privata.

E’ l’altra faccia del dolore, della sofferenza: quel senso di sopraffazione, di sconfitta trova il suo necessario corrispettivo nell’intensità di un momento dedicato solamente a noi, niente di più intimamente nostro. Non siamo mai stati, e certamente non saremo mai più, protagonisti di qualcosa come della nostra morte.
Spiacevole consolazione.

Capita anche di mancare quell’appuntamento, e sembra quasi sbagliato, disonesto se intenzionale, un peccato nell’accezione laica del termine.
Ormai, certo, è di gran moda: morire senza averne coscienza, in un attimo che subisci incosciente e che ti porta via. Sacrifichi la consapevolezza, la presenza, gli addii.
Ma infondo non tutti siamo bravi con gli addii.
E’ questione di forma, e traccia spesso la differenza.

Così c’è chi vorrebbe fare un passo, dopo un lungo sospiro, accettare il necessario e godersi il momento, irripetibile. C’è invece chi fugge, corre e spera di rotolare via, come per una caduta inaspettata.

Non esiste la risposta.
Inaspettato. Irripetibile. Due facce della stessa medaglia.

Ma alla fine, consolatoria come solo la realtà sa essere, è la vita a segnare il passo, in modo democraticamente ineccepibile.
Ben pochi potranno dire la loro, ancora meno potranno decidere.

E tutto si consumerà nell’attimo più intenso che ci sarà mai stato concesso, quando, con eleganza o negazione, compiremo un ultimo passo avanti.