"La gente a tutto è disposta a rinunciare, fuorchè ai propri errori."

(Indro Montanelli)







lunedì 25 febbraio 2013

ELEGGENDO


Eccoci tutti sul grande baraccone procediamo a fatica attraverso questa nuova prova di democrazia, e, a guardarci bene da vicino, il simbolo sul quale mettere una croce sembra quasi il problema minore.

Grottesco è il modo ancor più del risultato.

Così, dopo mesi di campagna elettorale serrata, giocata su scandali economico- finanziari, promesse smisurate, scontri indiretti ed accuse precise, il loro lavoro finisce qui, davanti a questa scheda; davanti ad ognuna di queste schede.

Qui la differenza dovremmo farla noi, si dice: la società civile che si riscatta e dimostra, al di là di ogni difficoltà sostanziale, di essere ancora migliore di chi è chiamato a rappresentarla. Argomento quanto mai romantico.

Ed è proprio qui che l’amarezza si fa ancora più forte: al di là di cosa accadrà, al di là di ogni possibile risultato e della sua inevitabile parzialità, sorge il legittimo sospetto.

Sarà il pressappochismo, la polemica facile, l’informazione non verificata, il sentito dire. Sarà il grido affrettato al complotto sempre e comunque, la supposta interpretazione delle schede e delle croci nei seggi, la matita da leccare per renderla indelebile. Ma sarà anche quell’ingiustificato entusiasmo nel fotografare la propria scelta: macabra illusione di libertà. Sarà, come sempre stato, solo il prezzo di un voto.

Sarà davvero tutto qui?