Mentre scandisce le lettere come fossero note di una melodia favolosa, il nostro eroe nuota con eleganza, formando dei piccoli cerchietti sulla superficie dell’acqua quasi ad accompagnare, con il suo incedere concentrico, una musica che risuona, però, solo nella sua testolina.
“ Condividere…è dividere qualcosa con qualcun’ altro…Però - mentre dice così, con guizzo repentino della pinna sale fino in superficie e sembra fissare un punto oltre le spalle del bambino - perché avreste inventato questa parola così bella quando già si poteva dire in un altro modo?!? O forse no?! Beh insomma…
Io divido il mio lago, il mio spazio con tanti pesci; divido il mio pranzo, i vermetti che ci sono nel lago, con tutti gli altri inquilini; tu dividi un panino con il compagno di banco; i signori che si festeggiano oggi probabilmente avranno diviso una birra con gli amici, una fetta di torta con la mamma; tanti mammiferi avranno diviso la benzina della macchina per andare al mare le domeniche d’estate ( e poi magari saranno andati sugli scogli ad importunare la tranquillità dei poveri granchietti che vivono lì… figurarsi che i mammiferi non inizino a rendersi molesti!!! Soprattutto con tutto quel sole: si sa che il caldo finisce sempre per rendervi un po’ pazzerelli…Non avete mica sempre la testa bagnata voi!? Il vostro cervello rischia di friggere quando è troppo caldo!!!).
Quello che voglio dire, però, è che tutto o quasi si può dividere, e mille volte ti sarai trovato anche tu, piccolino come sei, a dividere, anche solo la realtà, con un altro. Poco fa, invece, tu hai detto che quando due si vogliono bene, condividono…e allora ho pensato che fosse qualcosa di diverso. O sbaglio?
Penso infatti che, nel caso in cui due mammiferi decidano di sposarsi, la vera questione non è tanto nella decisione di dividere il mutuo della casa, le bollette, i turni per andare a prendere il piccoletto in piscina ( tutte queste conoscenze sono il frutto di anni di “ attività di spionaggio a pelo d’acqua” nel mio laghetto!!!)… quando ti sposi, sempre se ho ben intuito quello che dicevi, la decisione che si prende è quella di condividere la vita. Certo pure gli impegni e i doveri fanno parte della vita! Però mi sa che si vive pure quando non hai niente da fare, si vive pure quando stai facendo colazione la mattina e non sei affatto di buon umore…la vita molto spesso è lì, tra gli aneddoti da raccontare!
…..e poi sai qual è, secondo me, il momento in cui vivi di più? Quando la sera vai a letto (o sul fondo del laghetto), poggi la testa sul cuscino (o su una comoda alga) e sei stanco e arrabbiato, perché la giornata non è andata proprio come avresti voluto. In quel momento chiudi gli occhi e, così, chiudi pure tutto il mondo che ti ha deluso fuori. Quel momento è un momento della tua vita! E allora, quando decidi di condividere la vita con qualcuno, stai decidendo di condividere proprio quel momento, decidi di parlare e confrontarti anche quando non vorresti, decidi di sperare in una parola di consolazione, in una coccola anche se non sempre arriverà. Decidi, allora, anche di accettare delle piccole delusioni, di prenderti l’impegno di sopportare, anche quando la testa sul cuscino la vorrebbe affondare l’altro! Insomma, ci potrebbero essere infiniti momenti come questi da raccontare, però credo che tutto si possa riassumere dicendo che se decidi di condividere, decidi di non chiudere fuori dalla porta tutto il mondo…decidi che quel qualcuno possa restare, anche e soprattutto quando lì dentro non c’è più nessuno.
Il piccolo Andrea rimane senza parole, letteralmente sbigottito davanti al bel discorso che, non si sa come, era riuscito a pronunciare il suo nuovo amico. Nella sua testa ancora girano vorticosamente tutte quelle riflessioni e i suoi occhietti, non riuscendo a liberarsi dalla dittatura dei suoi pensieri, rimangono fissi, solleticati unicamente dai tenui riflessi dell’acqua. Quella stessa acqua che sta sta accogliendo e proteggendo quel piccolo pesciolino che ha capito tutto.
Sono bastati pochi secondi ad Andrea per sapere di non poter comprendere fino infondo quello che Trotsky aveva detto; subito, infatti, mentre ascoltava con sgomento il suo amico, era riaffiorata quella sensazione di disagio sulla pelle. La prova sempre quando parla con la mamma o con il papà delle “cose da grandi”.
“Gli adulti – inizia così a parlare fissando ancora l’acqua, senza però ricercare lo sguardo del pesciolino - non capiscono proprio quanto sia difficile per noi bambini starli a sentire quando parlano delle “cose da grandi”. Che poi ti avvertono subito…ti mettono su una sedia, ti dico di star fermo e non giocare, perché ora bisogna parlare di cose SERIE ( i grandi iniziano sempre dicendo che devono parlarti di cose serie [!!!???!!!], con quella faccia da catastrofe imminente unita all’ aplomb da educatore da riformatorio). Quando, e solo quando, ti sei mostrato abbastanza serio e anche un po’ triste, allora iniziano con il discorso del giorno al quale, però, tu devi assistere in rigoroso silenzio, facendo cenno con la testa, se possibile, di tanto in tanto. Il silenzio della vittima, in quei momenti, non è solo richiesto dai genitori, ma anche fortemente consigliato. Avete mai provato, infatti, ad interrompere quel flusso di noia ed incomprensione???
Beh, vi auguro di no! Perché se lo avete fatto, saprete bene che questo rappresenta per la mamma o il papà un sintomo di scarso interesse o, ancora meglio, il segno manifesto della volontà di eludere il punto della discussione ( che è peggio!!! )…E se poi, continuate nella vostra intenzione, dicendo che non avete ben capito e vorreste delle spiegazioni, beh allora siete in un grosso pasticcio!!! Dopo la prima domanda che ti lasciano fare, convinti di poter risolvere il dubbio in un paio di minuti, iniziano ad innervosirsi, si guardano tra di loro e poi, eccoli passare alla fase 2 – i discorsi da grandi!!!!
Perché se parli con mamma e papà, o con qualsiasi altro “grande”, prima proverà a spiegarti un qualsiasi problema in maniera incomprensibile, usando esempi che non c’entrano niente, parlando di amichetti immaginari e gesticolando decisamente troppo; poi, quando le tue domande si faranno più insistenti, ( che poi tutto il discorso probabilmente non ti interessava dall’inizio, ma ora ne fai un problema vero, visto che era tanto importante che lo capissi!!!) eccoli che si raddrizzano la schiena, si aggiustano il maglioncino e poi, quasi balbettando, ti guardano con improvviso affetto:
“ Capisco le tue domande amore mio ed è bello che tu ti ponga già tutti questi problemi! Sei molto intelligente e mamma è fiera di te! Però tu sei ancora piccolino e questi argomenti non vanno ancora bene per te, diciamo che sono “da grandi”, e quando sarai più grande magari ne riparliamo… Per ora, però, ciò che è importante che tu capisca è che……… …………. ………”
Ed ecco che in un attimo ricomincia con quel noiosissimo discorso, che tra l’altro decide di riprendere dall’inizio e, a questo punto, senza alcuna possibilità di interruzione!!! [ DRAMMATICO!!! ]”
Seguono alcuni minuti di silenzio nei quali Andrea continua a fissare un punto non identificato sulla superficie dell’acqua, mentre il piccolo Trotsky muove lento la sua pinna, sembra pensoso e guarda con occhi dispiaciuti il suo amico.
Andrea ha capito, in un solo istante, che il pesciolino con cui ha condiviso tanti pensieri e tanti dubbi quella mattina, in realtà, si sta rivelando molto saggio; quel piccoletto sta facendo quei ragionamenti che solo i grandi (mammiferi o non) possono fare. E lui invece? Beh, lui ha provato la sensazione di sempre…quando ti sembra di capire ciò che ti dicono, anzi sei sicuro di aver capito bene, ma poi è come se quelle parole, quei discorsi fossero tanto leggeri da non riuscire proprio a tenerli in testa…volano subito via. Per un attimo, però, le sensazioni le hai sentite e le hai pure capite!!! E quelle sensazioni ti rimangono sulla pelle, anche se sei piccolino e non sai cosa sarà la vita. Questo i grandi non lo sanno e spesso non se lo immaginano neppure. Non capiscono mai, loro, che anche se alcuni argomenti sembrano lontani da noi, li ascoltiamo, ( anche quando vengono bisbigliati mentre guardiamo i cartoni animati!) e la sensazione che proviamo, spesso, è la stessa sensazione che ci trasmettono loro quando ci raccontano quello che vogliono farci capire. Magari non capiamo la politica o l’economia, il conflitto d’interessi o la speculazione finanziaria, ma certo sentiamo quando il papà e la mamma sono preoccupati per questo…lo sentiamo forte anche se loro pensano di nascondercelo!
Andrea, però, sa che con il suo amico oggi non è andata proprio così…non ha provato lo stesso disagio davanti ai suoi discorsi, non ha provato lo stesso senso di esclusione, di inadeguatezza. Questa volta, invece, ha sentito una vera condivisione di pensieri… proprio come raccontavano poco fa, quello che capita quando ascolti ed impari, quando decidi di stare accanto a qualcuno, a prescindere dal suo umore, dai problemi, e, a volte, anche da quello che dice e che non vorremmo sentire. Ora guarda il suo amico acquatico e prova soddisfazione per il solo fatto di essergli amico! Sta diventando un pesce adulto, è lontano da casa e dalla sua famiglia… starà provando tanta paura! Ma sta anche sperimentando la fiducia, la speranza, la condivisione. Ora si che è un pesce pronto per la grandezza del mare!!!
Tutti questi pensieri, tutta la calda intimità di quel momento, il tepore di un’amicizia sincera che stava nascendo vengono, però, bruscamente interrotti: in un attimo una luce accecante invade quel piccolo laghetto, spaventando Trotsky e costringendolo a nascondersi sul fondo, con la pinna ben attaccata al marmo freddo. Trema il piccoletto, perché ancora una volta non sa e non riesce neppure ad immaginare cosa sta succedendo; trema, però, anche perché infondo sa che è arrivato il momento di salutare il suo nuovo amico, quest’ultima briciola di casa, quest’ultima coccola.
Andrea, invece, riemerge dai suoi pensieri in tutta fretta, incrocia gli occhi spaventati del pesciolino con aria rassicurante e volge il viso verso quella luce, che lo illumina in un istante e scintilla tra i suoi capelli rossicci. Bastano pochi secondi affinché una folla agitata invada quel piccolo angolo di serenità. Ed è subito un via vai di cappellini, stole, tacchi e cravatte. I colori, arroganti e vispi, occupano tutta l’aria intorno, tanto da far impallidire il rosso brillante del pesciolino spaventato. E poi il profumo…tanto piacevole quanto invadente!
Se finora nessuno si è accorto di me, non se ne accorgeranno certo ora… tutti presi come sono dalla festa che sta per iniziare! – pensa Trotsky cercando di tranquillizzarsi, ma rimanendo fermo fermo sul fondo della piscinetta: è immobile, la pinna paralizzata in modo da non creare neanche il minimo movimento nell’acqua. Servono solo pochi istanti, però, per veder apparire le prime dita “mammifere” sulla superficie brillante: una carezza distratta, quel tanto che basta per bagnarsi appena, e poi scomparire…
Mannaggia! – pensa il pesce - mi sono dimenticato di domandare al mio amico perché fanno questo!!! Anche a casa dei nonni mammiferi si farà così??? -----------------------------------------------------------------------------
Ora stai tranquillo Trotsky, vedrai che non succederà niente! Hai la fortuna sfacciata di assistere ad una grande festa, pure senza essere stato invitato!!! In ogni caso, poi…qualsiasi cosa succeda…beh si, ora hai un amico e puoi star sicuro che lui non permetterà a nessuno di farti del male!!! ---------------------------
------------- Speriamo comunque non ci siano dei pescatori tra gli invitati!!!!
“Andrea, amore cosa stai facendo qui? E’ un bel po’ che ti cerco! Dai vieni con mamma e andiamo a sederci che sta per iniziare, il papà è fuori con lo sposo ma tra un po’ ci raggiunge!!!Allora sei pronto per le fedi? Ti ricordi tutto quello che devi fare? Vieni qui che ti aggiusto il papillon…è tutto storto!!! Quanto sei bello tesoro, sembri proprio un ometto!”
E così iniziò quella giornata; una giornata di festa per tutti…per chi aveva deciso di darsi delle risposte, di farsi delle promesse, ma anche per chi, come i nostri piccoli amici, aveva solamente tentato di porsi delle domande. Quel giorno fu un giorno davvero magico, uno di quelli in cui può capitare proprio di tutto, persino che un pesciolino di lago finisca per spiegarti un pezzettino di vita! Per tutta la durata della cerimonia, però, Andrea non smise di rimanere assorto nei suoi pensieri; la mamma lo guardava dall’alto dei suoi tacchi a spillo con un po’ di perplessità, perché si sa che quando dici ad un bambino di stare zitto e buono, devi aspettarti che prima o poi la noia esploda…ma questa volta no, stava seduto lì, accanto a lei, piccolo piccolo nelle sue spallucce, ma così serio e pensieroso.
Andrea pensava al suo amico, alla paura che aveva letto nei suoi occhietti, alle mille spiegazioni date affinché capisse cosa stesse succedendo…chissà se si sta godendo la festa? E poi non ha avuto neppure il tempo di salutarlo come si deve…
Sullo sfondo dei suoi pensieri, però, la cerimonia andò avanti, il paggetto fece il suo dovere, [suscitando grande tenerezza tra tutti gli astanti – che poi è da ritenersi il principale ruolo dei paggetti in una cerimonia!] e gli sposi non smentirono le aspettative; seguirono balli, canti, risate a non finire e…la torta, la grande protagonista!
E poi, promessa di ogni favola che si rispetti, una vita di gioia ed amore!!!
[AVVISO AL LETTORE: si si, proprio a te!!! Nonostante l’apparente fase di stallo, l’autore ti invita a fare un ultimo sforzo e andare oltre ( nella vita come nella storia )…dai! Non è mica finita qui!!!]
Un’amicizia, infatti, è sempre un’amicizia e non potevamo certo lasciarvi con il dubbio che a volte le strade si separano, le cose cambiano ( gli impegni, la routine, lo stress, la crisi economica [ che c’entra sempre!!!]) o che Andrea e Trostsky avessero interrotto così la loro conoscenza?! E poi quante perplessità sul precariato che avrebbe attanagliato un pesce rosso in un’ acquasantiera! I sacerdoti, a volte, potrebbero dimenticare il sentimento della carità quando si tratta di un pesce, nella casa di Dio per giunta…per non parlare, poi, delle perpetue!!! Beh, comunque, bando ai convenevoli: vi basti sapere che Andrea pensò molto al suo amico e al suo futuro e così, dopo tante peripezie e tante occasioni sfumate, … … …
“ Mpah Mpah … … … che immensità tutta qui, ora, davanti ai miei occhi! Che freschezza!!! Non avrei mai pensato che il mondo fosse così grande…anche per un piccoletto come me!!! Ora si che tocca a me, ora posso conoscere e costruire anche la mia libertà!
Un MARE di saluti da Trotsky e Andrea.