"La gente a tutto è disposta a rinunciare, fuorchè ai propri errori."

(Indro Montanelli)







domenica 19 febbraio 2012

LOST IN TRASLATION

Ivan Ilijc, Pozdnicev, Casanova e alcuni personaggi di Svevo: che cosa hanno in comune?
Banalmente, sono i personaggi, meglio le persone, con le quali mi sono imbattuta nelle ultime settimane. Di loro mi hanno colpito le vicende del tutto personali, le preoccupazioni e le paure.
Li ho scelti nell’intento di saltare da una vita all’altra, da un periodo all’altro, da un mondo all’altro.

Li ho scelti per sentire delle storie, per leggere degli affreschi veloci ma intensi, per ricordare a me stessa come bastino, infondo, poche righe per descrivere una vita intera.
Ma infondo (e lo dico in totale confidenza), li ho scelti per nutrire il mio ego: quale potere, quale ricchezza può darti la convinzione di poter comprendere, in qualche modo, di poter partecipare anche solo per un breve istante della vita di persone così lontane. Ti appassioni, entri nelle loro menti, nelle loro vite, senti di capirli fino infondo e poi salti su un’altra vita, in un’epoca lontana.
Non siamo personaggi di un libro, o almeno non ci sentiamo tali; non ne abbiamo l’intensità. A noi, poveri lettori è concesso solo il vantaggio della soggettività. Giacomo Casanova, con il suo fascino e le sue peripezie, non avrebbe certo letto Tolstoij né compreso i turbamenti di Svevo (almeno così mi piace pensare!). Quella Trieste non ha niente da condividere con la Venezia della dissolutezza felice. E la Russia è lontana, troppo lontana.

Che piacere immergersi, succhiare nelle loro vite, sentirsene parte e poi, in un attimo fuggire via, lontano in ogni modo.

Ma siamo esseri razionali, schiavi di una modernità ormai acquisita, con il vizio dell’induzione.

E allora non basta. Ci si ferma, ci si distanzia (la giusta distanza da ogni cosa).
Ecco dunque spuntare un’idea, proprio laddove non te la immaginavi e (lo confesso) dove non la volevi di certo trovare. Perché se è difficile sentirsi unici come persone reali e relative, almeno che rimangano unici i personaggi, i nomi che hanno dato ad una penna un senso più alto.

Invece no. Invece, mi ritrovo a pensare (ma forse è semplicemente un vizio della mia mente) a quanto tutti questi personaggi abbiano in comune. Sono uomini veri, epici e deboli allo stesso modo. Tormentati, di un tormento che potrebbe sentire ciascuno di noi. Uomini [ e forse non è un caso siano tutti uomini, forse sì] segnati dall’incapacità di gestire la complessità della loro anima, il loro sentire che irrompe forte negli schemi della vita, della quotidianità, della società. Ivan che ha votato la sua vita alla mondanità, ai piaceri sociali, al perbenismo pensando fosse la sua vera natura, e poi muore parchè incapace di accettare il suo fallimento; muore nel momento in cui deve guardare in faccia l’inganno di cui si è sempre nutrito. Non ha retto il gioco che lui stesso aveva costruito con tanta dedizione.
Pozdnicev, invece, è un uomo logorato dal sentimento della gelosia, dall’idea che fosse tradito un modello di vita al quale si era votato, ancora una volta un castello di carte che va in pezzi. E poi il vecchio di Svevo con la sua giovane passione che brucia troppo e poi si spegne. Combattuto tra la possibilità di godere di ciò che la vita ci offre pagandone il prezzo, e la volontà di innalzarsi moralmente e preparare la sua anima all’altrove che l’aspetta. Anche lui, infondo, alla ricerca della “giusta” distanza dalla vita.

Infondo tutti alla ricerca di un senso. Tutti persi tra ciò che dovrebbero o vorrebbero essere e ciò che non riescono a rappresentare, a rappresentarsi. Perché spesso la vita sembra essere proprio una questione di rappresentazione, si mette in scena una storia, la storia che si crede di voler o poter vivere. Le contingenze ci sono, ma vanno ricondotte al copione. (Magari un canovaccio)
Allora mi viene in mente Pirandello, “Così è se vi pare”, “Ciascuno a suo modo”: la relatività dell’essere, dell’esistere, del credere.

Perché infondo lo sappiamo bene. Nel profondo ciascuno conosce le regole della vita. (Forse le consuetudini dell’esistenza.) Possiamo accettare, strizzando il naso, di essere relativi, scarsamente epici, di vivere una vita che non sarà mai quella che ci raccontiamo nella mente. Noi che, tutto sommato, assomigliamo ben poco a chi crediamo di essere. Ma ancora più difficile è accettare la relatività, la costitutiva parzialità di ciò che crediamo, dei precetti morali, delle leggi civili, dell’altrove che vogliamo a tutti i costi spiegare.

L’idea prevalente, come un odore acre in un pomeriggio d’agosto, è di perdita. Qualcosa ci sfugge, qualcosa si perde esattamente nel momento in cui il pensiero diviene parola…e poi ancora quando la parola viene ascoltata e compresa da qualcun altro. E il linguaggio è solo la forma più chiara in questo senso; la comunicazione tutta, piuttosto, è vittima di questo distacco. Così uno sguardo, un sorriso, un’emozione. Tutto sfugge e si perde in quello spazio vuoto che introduce la rappresentazione.

Quante riflessioni, quanti studi…
Ma il sospetto è che rimanga irriducibilmente inaccettabile.



4. PINNA D'INGRANDIMENTO

                                               ... ... ...     ... ....
Comunque qui siamo in una chiesa…per questo parlavo di Dio! Qui ci veniamo per pregare, ossia per parlare con Dio, che è come un grande papà…il papà di tutti! E allora come il sabato vado a trovare i nonni, così la domenica veniamo qui a trovare quest’altro papà…
L’unica differenza è che quando vado dai nonni, che sono anziani, bisogna sempre chiedere loro come stanno e loro cominciano a parlare di tutti i loro acciacchi e, poi, ti danno un bacione e ti raccomandano di divertirti, almeno tu che sei così giovane! Qui invece, da quello che ho capito, più che chiedere a Dio come sta lui, si comincia a raccontargli come stiamo noi, quello che non va, quello che vorremmo, quello che abbiamo sbagliato…Si, credo che più o meno sia così!!!

Se devo essere ancora più preciso -infatti vedo che il tuo musetto sta diventando sempre più scuro e perplesso!-  qui ci troviamo all’entrata della chiesa e tu sei…nell’acqua Santa!  ------------------------------------------------------------------
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Lo so , lo so…ti starai sicuramente innervosendo e domandando cosa sarà mai ora pure l’acqua santa!? Comunque direi che per te che sei pesce sia sufficiente sapere che sei in acqua…che poi evidentemente non è diversa dall’acqua del lago!!!
[Nota Bene (per Andrea): ricordarsi di domandare alla mamma, in maniera vaga e senza farle sospettare nulla, la differenza tra l’acqua Santa e l’acqua del rubinetto…cosa renderebbe la prima santa e la seconda buona solo per lavare i piatti, perché a berla “sa di tubo”?]

Tornando a noi Trotsky…allora hai capito qualcosa? Sono riuscito a toglierti qualche dubbio? Almeno ti fidi un pochettino di più di me???”

“ Beh…( temporeggia il pesciolino strofinandosi con la pinna sotto la bocca, come se si dovesse pulire dalla cioccolata!) diciamo che almeno ora so dove sono, in una…chieeeeeesa, nella casa di questo grande signore; ho capito, inoltre, che questo signore non è un mammifero, insomma è diverso da voi, come da me… sarà di un’altra razza no? E speriamo che non utilizzi anche lui gli ami!!! Poi, credo di aver capito che di te, piccolo mammifero Andrea, mi posso fidare! Certo i pesci rossi come me sono mooooolto diffidenti ed è mooooolto difficile, come ti ho già detto, tentare di ingannarli…tuttavia, dopo un’attenta analisi, direi che possiamo anche essere amici no? Anche perché io sono qui già da qualche giorno e, se devo essere sincero, mi sto davvero annoiando, tutto il tempo da solo! Avrei proprio bisogno di qualcuno, mammifero o meno, con cui scambiare quattro parole e con cui chiarire qualche curiosità.
Un dubbio, però, rimane: come sono arrivato fino a qui? Tu ne sai qualcosa? E come mai non ci sono i miei genitori? Chi mi ha preso e perché?”

“Ah beh, ti ringrazio molto per la fiducia che mi stai dando e sono onorato di essere tuo amico! Ti prometto, dal momento che la tua razza è mooooolto diffidente, che non tradirò mai la tua fiducia e non farò nulla che possa mettere in pericolo la tua vita e, dunque, la nostra amicizia. Guarda, se potessi, ti stringerei la mano per sancire il nostro patto (I grandi lo fanno sempre quando vogliono farsi vedere convinti di qualcosa…Papà dice che è un gesto con il quale si prende un impegno…anche se mi sa che non tutti sanno bene cosa significa, perchè ho visto alcuni grandi che promettono, si stringono la mano, fanno dei grandi sorrisi sicuri e, poi, non rispettano mica quello che dicono…saranno indecisi?!)  ----------------------------------------------------------------------------------------------
Ora, però, purtroppo devo darti una delusione: non so proprio come tu sia arrivato sin qui. Io non abito qui e solo adesso mi sono accorto di te!
Al massimo posso tentare di fare qualche ipotesi…magari sei stato pescato da qualche papà che voleva regalarti a suo figlio, poi magari la mamma si è arrabbiata perché non voleva un pesce in casa ( non ti offendere, ma le mamme arricciano sempre il naso quando si parla di animali in casa, soprattutto se si parla della loro casa!!!) e allora…non sapendo dove metterti hanno pensato di lasciarti in chiesa! Infondo è un posto sicuro! Non volevano che tu fossi in pericolo! Pensa che tanti anni fa ci lasciavano anche i bambini davanti alle chiese; i bambini come me, solo ancora più piccolini, appena nati. Se la mamma era povera e il papà non c’era, si portava il bambino in chiesa, lo si affidava a Dio, o al parroco, così era al sicuro…magari hanno pensato di fare lo stesso anche con te. E infatti ora sei al sicuro…hai anche trovato un amico come me!!!”



“Mah…non saprei…non mi ricordo proprio di aver conosciuto nessun bambino! E poi, se fossi stato “pescato”, me ne sarei sicuramente accorto!
Comunque ritornando alla mia curiosità, forse tu potresti chiarirmi un altro dubbio, visto che mi sembra tu conosca un sacco di cose più di me!
E’ da stamattina, da quando il sole è cominciato a filtrare da quel grande portone che c’è un via vai continuo di persone e poi, l’atmosfera è proprio strana…tu mica sapresti dirmi cosa sta succedendo? Il signore che abita qui (lo so perché lo vedo tutti i giorni passare avanti e indietro!)

[a proposito, mica sarà lui quel grande signore che tutti venite a trovare…?!]

Beh quel signore, stamattina si è svegliato prestissimo, l’ho sentito fare un sacco di giri e poi si è cambiato d’abito ed ora è elegantissimo!!! Poi sono arrivati tanti altri mammiferi (ooops: persone!): chi strofinava a terra, chi portava un sacco di fiori, e chi, invece, montava come dei “piccoli soli” in giro per al chiesa…mah, non ho mica capito un granché!?”

“Ohi calmo, calmo…una domanda alla volta…altrimenti anche io inizio a confondermi, sono sempre un bambino sai?!
Allora il signore che abita qui non è quel signore che tutti veniamo a trovare…cioè, veniamo a trovare pure lui…anche perché in realtà è lui che ci accoglie, che parla e ci racconta la storia dell’altro signore, del grande papà ----- ----- ----- ---- ---------------------------------------------------------------------------------------
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Insomma, direi che quel signore che hai visto tu è il parroco, diciamo un custode della chiesa e della storia dell’altro signore, di Dio.
In realtà, infatti, credo di non averti ancora spiegato che Dio… … …. non si vede, c’è ma non c’è. Come dicevi prima tu, è di un’altra razza; ci sono i pesci come te, i mammiferi come me, gli uccelli come il canarino della mia vicina di casa e…poi c’è Dio, che non si vede perché abita in cielo, perché non è come noi che abbiamo la pelle, le ossa, il sangue…lui non è così…e allora non lo possiamo vedere…ma c’è, e lui ci vede, ci ascolta e ci protegge.
Mamma mia con tutte queste domande mi stai confondendo, mi vengono mille dubbi e, alla fine, non so neppure io quello che dico!
Piuttosto ti ho chiarito un po’ le idee?”

“ Mpah Mpah annuisce il pesciolino aprendo e chiudendo la bocca.

“Bene…molto bene! Allora ora posso iniziare a raccontarti di oggi! Oggi è un giorno bellissimo sai? Un giorno di festa, come quando non vai a scuola ma non stai neanche male…magari hai una visita ma poi torni a casa a giocare; oppure come quando c’è lo sciopero perché le cose vanno male, le maestre si lamentano e noi rimaniamo a casa a dormire! [ che poi ti senti pure un po’ in colpa, perché se le cose vanno male dovresti essere triste pure tu no? Anche se magari hai sentito un gran parlare ma non hai mica capito nulla! ] Comunque…un giorno bello come quelli, anzi forse di più!
Oggi, infatti, si sposano Angelamaria e Paolo, due nostri cari amici anzi, per l’esattezza, due amici di mamma e papà. Anche io però ho un ruolo molto importante (hai visto come sono elegante…sembro grande! Ho lo stesso vestito di Paolo, solo un po’ più piccolino!!!); comunque, quando il parroco avrà chiesto agli sposi se vogliono davvero stare insieme, proprio in quel momento la mamma mi farà un cenno ( ha detto che più che altro mi lancerà solo uno sguardo, perché sennò si accorgono tutti e non è bello! Io perciò dovrò stare tanto attento…pensa se mi distraggo e tutti mi stanno ad aspettare!?! Che figuraccia che farei!!!)… … …Va bè, comunque, dove ero arrivato?
Ah ecco, proprio in quel momento io devo andare vicino al prete, (senza correre e senza ridere!!!), con in mano un cuscinetto un po’ lucido con sopra legati due anelli, che poi gli sposi dovranno infilare e non togliersi mai più! Hai capito che momento incredibile!

(Che poi, ci pensi come può essere portare un anello tutta la vita?! Anche perché io vedo che la mamma il suo anello se lo toglie spesso, quando lava i piatti, quando cucina, quando fa la doccia… …mi sa che l’importante, allora, sia che poi se lo rimette sempre, non se lo dimentica mai! Come quando ho l’appuntamento dal dentista, magari passa un mese ma lei se lo ricorda sempre!!! Quante volte ho sperato che se lo dimenticasse…uff…poi però finisce sempre che, proprio quando mi sono dimenticato io di doverci andare, ecco che durante la cena la mamma mi guarda e mi dice con quella faccia mezza seria e mezza sorridente “Andrea, ti ricordi che domani abbiamo un impegno, vero? Il dentista ti aspetta!” Che strazio!)

[ Psss Psss: questo è evidentemente un altro di quei dubbi (assolutamente leciti e comprensibili) che è meglio non far sapere alla mamma e al papà! Hai capito, tu che stai leggendo??? ] 

“Ah ecco…sposarsi eh!? Scusami piccolo amico per l’insistenza…e poi sicuramente ti starò annoiando parecchio, solo che, ancora una volta, non ho ben capito ciò di cui stai parlando…Anzi no, in realtà una cosa l’ho capita: oggi è un giorno di festa e qui state per fare dei bei festeggiamenti. I tuoi occhi, infatti, sono talmente lucidi e brillanti che assomigliano alla superficie del mio laghetto nei giorni assssssssolati di primavera; non c’è nulla di più bello e felice di quel luccichio e, quindi, tutto ciò che gli somiglia non può che essere qualcosa di altrettanto bello e sereno!!!
Se i nostri occhi ( quelli dei pesci come me intendo ) sono sempre gli stessi…diciamo pure che siamo degli animali mooooooolto introversi e non vogliamo dimostrare ciò che proviamo [ti ricordi la proverbiaaaaale diffidenza della mia razza no!?], beh gli occhi dei mammiferi invece non mentono mai…basta solo guardarli bene, con un po’ di calma e di silenzio. -------------------------------------------

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Anche questo me lo ha insegnato papà: quando i mammiferi come te si affacciavano nel mio specchio d’acqua era sempre una situazione pericolosa, non potevamo mai sapere che cosa volessero o se volessero farci del male; io all’inizio ero tanto spaventato e, appena scorgevo un’ombra a pelo d’acqua, scappavo di corsa sul fondo del laghetto, confondendomi tra le alghe. Poi, un giorno il mio papà mi prese per la pinna e, con sguardo severo, mi disse che non dovevo aver paura, “La paura è di chi non conosce, di chi non sa…solo la conoscenza può sconfiggere la paura, non il coraggio, non la forza!” E allora mi ha spiegato che dagli occhi, dai vostri occhi si può capire bene cosa pensate e cosa volete…Così negli anni sono diventato persino amico di uno “zampa-lesta” che, lungi dal voler fare di me il suo pranzo, era solo in cerca di indicazioni per ritrovare la sua gattina smarrita! Allo stesso modo, oggi ho incontrato te e, dopo qualche istante di innata paura, ti ho guardato negli occhi e ho capito…Di tanti sentimenti, la fiducia è probabilmente il più difficile da provare, non trovi?”
“E’ davvero incredibile amico mio…tu sei un pesce, hai sempre vissuto in un laghetto e già hai capito così tanto di noi umani! I grandi perdono ore ed ore a discutere, scrivono libri, fanno addirittura conferenze sui sentimenti umani e poi?! E poi arriva un pescetto che da solo [per l’esattezza con la gentile collaborazione dell’educazione genitoriale- ovvero i sermoni di mamma e papà] già ha potuto comprendere così tanto! Sei proprio un pesce saggio e, se tuo papà potesse vederti, sono sicuro che sarebbe molto fiero di te e di tutto quello che hai imparato.
E poi, pensandoci bene, tu stavi parlando di fiducia vero? Beh allora non mi sarà certo difficile farti capire cosa sia un matrimonio!!![1]
La fiducia, infatti, come dicono sempre papà e mamma, è la base fondamentale di qualsiasi rapporto, di amicizia o d’ amore. Quando vuoi bene a qualcuno ti ci affidi, diciamo che metti te stesso, quello che pensi e anche i tuoi sentimenti un po’ nelle sue mani; per farti un esempio, tu vuoi molto bene al tuo papà e, infatti, quando lui ti ha detto di non fuggire sotto le alghe, anche se tu avevi tanta paura, ti sei fidato e sei rimasto…hai messo la tua paura nelle sue mani, perché sapevi che l’avrebbe sconfitta lui per te. Ecco, così avviene anche nei matrimoni, solo che se il papà e la mamma sono sempre stati con te, quando ti sposi decidi, invece, di affidarti a qualcuno che prima non c’era e che poi hai RI-conosciuto ed è diventato sempre più importante. Decidi di fidarti perché così non avrai più paura, o magari ne avrai ancora, ma insieme a qualcun altro e, allora, la paura sembrerà tanto più fragile!
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[1] Piccola Postilla di carattere linguistico destinata alla libera fruizione da parte di ogni pesce: “Fiducia” = lat. Fidùcia da Fidère –credenza e speranza in persona, o anche nel buon successo di checchessia, fondate su segni e argomenti certi o molto probabili. Si usa anche per credito o stima. “Matrimonio” = lat. Matrimònium comp. di Matèr madre, genitrice e suffisso –Mònium che trovasi anche in Patri-mònium, merci-mònium ed accenna ad agente ed azione -1. dicesi matrimonio  la cerimonia, il rito in cui un uomo e una donna dichiarano di voler essere marito e moglie  2. unione legittima dell'uomo e della donna per creare una famiglia e perpetuare la specie  (… … … Ma allora ci si sposa per essere in 2 o in 3/4/5….???Mah! )

lunedì 6 febbraio 2012

3. PINNA D'INGRANDIMENTO

… … …    … ….

 Il faccino del piccolo Andrea viene attraversato da un lampo di felicità che salendo dalle labbra raggiunge gli occhi ed esplode in una combinazione di euforia ed eccitazione:
“Ehi ma tu parli? Dico a te pesce…tu parli davvero?”
Io…Io…No No, non è che Parlo…Ecco ho solo detto il mio nome, Trotsky appunto
Le labbra del piccolo Andrea si arricciano tutte in una smorfia di perplessità che non riesce però a sconfiggere la gioia che sgorga come una fontana dagli occhietti vispi:
“Beh…se dici il tuo nome allora parli…oppure sai dire solo come ti chiami?”
Ecco che Trotsky passa in rassegna tutte le raccomandazioni del papà sui mammiferi, sul pericolo, sulla necessità di essere sempre cauti. Ma si sa, i piccolini, che siano mammiferi o altro, non riescono a non nutrire una fiducia illimitata nei confronti del mondo, o perlomeno di quel mondo amichevole e rassicurante, dipinto per loro dai genitori.
E’ così che la pinna dorsale del pesciolino inizia a compiere dei piccolissimi movimenti verso destra e sinistra tanto da staccare il corpicino dal fondo e da farlo risalire appena un po’ verso la superficie.
Ecco io…….molto piacere [ecco il nostro eroe rompere ogni indugio e gettarsi sprezzante del pericolo verso l’ignoto, un ignoto che però ha le sembianze assai rassicuranti di un bambino!]
Molto piacere di conoscerti,  sono Trotsky,  direttamente dall’antica stirpe dei pesci rossi di stagno con pinna agilissima e dal colore rosso dorato
-----------------“Quindi ti avverto che se volessi tentare di rapirmi con l’inganno, probabilmente non ci riusciresti vista l’agilità che contraddistingue la mia razza

Mentre si presenta in questo modo il pesciolino acquista una sorta di strana sicurezza, sufficiente, però, per farlo arrivare molto vicino a quel faccione parlante, talmente vicino che, qualora il bambino allungasse un dito, probabilmente verrebbe smentita quella proverbiale agilità della sua razza che tanto stava decantando.

“Beh, il piacere è tutto mio Trotsky! Io mi chiamo Andrea, sono un bambino e…non credo ci siano delle particolarità della mia specie da raccontarti!!!”
Mentre dice così il bambino scoppia a ridere cercando, però, con gli occhi il musetto del suo nuovo amico e sperando di scorgervi un po’ di partecipazione…
Bastano pochi secondi e i due scoppiano in una grassa risata!!!

Ahahahahaha---------Ihihihihihih---------ahahahahahah----------

“Ora che siamo diventati amici posso chiederti una cosa Trotsky?”
Dimmi pure piccolo mammifero !
“Ma come sei arrivato sin qui? Voglio dire, spero che non ti offenderai se ti dico che questo non è esattamente il posto giusto per un pesce…Non fraintendermi, io sono molto contento che tu sia qui, solo che…come dire: io vengo spesso qui (diciamo tutte le settimane con i miei genitori da quando sono nato) e non ho mai incontrato un pesciolino…e dico mai e poi mai!!! [ E pensare che ho perlustrato mille volte ogni angolo di questo posto nei momenti di noia!!! ]

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Forse sei venuto a pregare anche tu?! Magari c’è qualcuno di malato nel tuo lago, un bisnonno o una prozia, e allora sei venuto qui per pregare un po’…. Ma, scusa la domanda, i pesci pregano? E se sì, chi pregano? Voglio dire è lo stesso nostro dio? O magari è il dio dei paesi caldi?
                         [Ppppsssssss: “Ehi Voi, Voi che state leggendo!!!Mi vedo costretto a supplicarVi (cosa in sé davvero poco elegante!) a non rivelare alla mamma quello che sto tentando di dire al mio amico….infondo ad un amico si fanno le confessioni più segrete…ed io le faccio a Trotsky! Il fatto, poi, che Voi possiate sentirle (anzi leggerle) vi rende nient’altro che dei ladri di segreti!!! Perciò Vi prego, sbircioni di confidenze altrui, di tacere e non rivelare…D’accordo???]

Devi sapere, infatti, caro pesciolino che esistono diversi “Dii”…Se accendi la Tv, infatti, verso l’ora di cena il notiziario ti inizierà a raccontare di combattimenti, guerre, povertà…Mentre un signore parla, potrai vedere delle immagini di paesi caldi, deserti e sole cocente!
Un posto che ogni volta ti fa venire una voglia di andare al mare!!!

Ma non lo puoi dire, perché sennò papà inizia a spiegarti che quei posti sono pericolosi, che c’è sempre la guerra (anche quando in Tv si dice che non c’è !!!) e, soprattutto là ci sono persone tanto diverse da noi, talmente diverse che credono in un altro Dio….
Beh…questa storia di un altro Dio io ancora non l’ho capita tanto bene! Come possono esserci diversi “Dii”? Che fanno convivono? Si dividono il cielo così come noi ci dividiamo la terra? -----------------------------------------------------------------

E poi hanno gli stessi poteri? Oppure ciascuno ne ha di particolari come i supereroi[1]…ma se così fosse allora magari bisognerebbe pregarne uno o l’altro a seconda delle esigenze! Mah…
Se devo essere sincero, caro amico squamoso, queste domande mi vengono sempre in mente, anche se mamma e papà dicono che non devo pensare a queste cose; speriamo che non faccia un grandissimo peccato! Loro, quando glielo chiedo, diventano tutti rossi, si guardano in silenzio e poi ricominciano con la storia dell’età, delle cose che si capiscono man mano e, dopo un giro di parole di lunghezza ed intensità variabile, concludono con “perciò questo argomento è uno di quelli che possono essere capiti solo da grandi…non avere fretta e un giorno tutti i tuoi dubbi si chiariranno”. Che poi, io non sono mica sicuro che per loro sia stato così! Infatti quelli che si vedono in Tv all’ora di cena litigano, non si parlano o addirittura si uccidono…e quelli non sono forse grandi abbastanza? Come mai loro ancora non hanno capito?
Ora voglio proprio sapere come è il Dio dei pesci, dimmi tutto così vediamo se capisco qualcosa in più.”

“Pregare? Dio? Prozii malati? Ecco…non capisco proprio cosa intendi ! onestamente non ti  posso dire come sono arrivato sin qui e… non saprei dirti esattamente neanche dove siamo adesso ! ma per questo credo tu mi possa aiutare, giusto?
Cominciamo dall’inizio: come ti ho già detto mi chiamo Trotsky e sono un pesce rosso. La mia famiglia proviene dalla lontana tundra russa, e da qui l’originalità del mio nome! Io, però, sono nato qui, in un bel lago (diciamo uno stagno!) e lì mio padre ha subito cominciato ad insegnarmi come si vive da pesce: ci sono tanti pericoli sai negli specchi d’acqua, soprattutto in quello dove abito io perché ci si affacciano tanti mammiferi, sia grandi sia piccolini come te! Subito mi ha insegnato a difendermi dalle carpe…non so se ne conosci qualcuna, ma sono terribili !!! Sempre con quel muso sornione, sembrano perennemente stanche e distratte, ti passano vicino e sembrano non notarti neppure. Ma poi basta un attimo e ZAN ! ecco che ti afferrano e cominciano a solleticarti con quei loro baffoni appuntiti… Papà lo dice sempre “ Mai fidarsi del muso di un pesce…dal muso si può vedere il suo essere bello, non il pericoloso ! ” E’ tanto saggio il mio papà sai .
Poi ha iniziato a parlarmi di voi mammiferi e, onestamente, mi ha spaventato parecchio! Dice che voi infondo siete il più grande pericolo per ogni pesce…peggio addirittura degli “zampa lesta” ! [2]
Voi ci ingannate, ci prendete in giro con l’ amo, lo camuffate, nascondete la verità e ci tentate con dei vermetti succulenti…Papà dice sempre che non bisogna mai fidarsi di un mammifero!
“Chi vive all’asciutto non può avere pietà di un pesce, mai !!! “ Nessun pesce che si sia allontanato dal lago e che abbia avuto a che fare con voi è mai tornato; si dice che alcuni, i più fortunati, siano stati messi in un laghetto piccolo piccolo, da soli, costretti a girare intorno ad un’alga che non è un’alga e a mostrare in continuazione la loro pinna a tutti quei faccioni curiosi…
Così sono cresciuto sino a che un giorno, non so ancora come, mi sono ritrovato qui, solo, senza neppure sapere dove sono e perché. Oggi, inoltre, ho incontrato te che sei un mammifero e, perciò, dovrei aspettarmi grandi problemi in vista… diciamo pure che io ancora non ho capito nulla!!!
E per giunta ora tu mi parli di dio, di pregare, di guerre e di litigi tra mammiferi…mah…
Tanto per iniziare vorrai scusarmi se mi permetto di chiederti esattamente dove siamo??? ???”


Stai calmo pesciolino…capisco che gli insegnamenti del tuo papà ti rendono sospettoso ma io non sono proprio un mammifero (credo!?)…va bè non lo so…però so che sono un bambino e, si sa, i bambini vogliono bene agli animali…non ti voglio fare del male e poi…io non ce l’ho un acquario in caso!!!



[1] Ogni riferimento ai “Fantastici 4” o simili è caldamente scoraggiato, qui o altrove, dall’autore.
[2] Con “zampa lesta” il nostro eroe intende il comune gatto cittadino. Da non confondersi con “ artiglio mortale”, con cui si intende invece il gatto di campagna, allo strato brado (notoriamente più capace ed avvezzo alla caccia e al procacciare il cibo).